Questa volta la meta e Varsavia e il focus è un approfondimanto sulla Polonia ebraica prima e dopo la Shoah.
Prima della Seconda guerra mondiale, risiedevano in Polonia circa 3.300.000 ebrei, 350.000 nella sola Varsavia. Si trattava del principale centro di vita ebraica d’Europa, uno dei più importanti al mondo. Un insediamento antico che nei secoli si era accresciuto fino a contare il 10% della popolazione totale e diversificato tanto da comprendere laici e ortodossi, seguaci del movimento chassidico, sionisti o iscritti al Bund. Per le strade di Varsavia si sentiva parlare ebraico e yiddish oltre che polacco ed esistevano teatri e pubblicazioni in yiddish che rispecchiavano la vivacità della cultura ebraica.
Con l’invasione nazista, nel 1939, e l’avvio della Shoah, circa il 90% degli ebrei polacchi fu assassinato. Intere comunità, tradizioni e luoghi tipicamente ebraici furono annientati, l’yiddishland scomparve per sempre inghiottita dai campi di sterminio dell’Aktion Reinhard di cui Treblinka faceva parte.
Oggi a Varsavia gli ebrei iscritti alla comunità sono solo 500, anche se negli ultimi anni si sta registrando un timido rinnovamento culturale e spirituale.
Questo viaggio-studio sarà l'occasione per conoscere l'ebraismo polacco prima e dopo la Shoah.
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Nella fotografia, Varsavia, la sirena simbolo della città
Foto di F. Panozzo
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